Contattologi contro pazienti: quando devo sostituire le mie lenti a contatto?
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29 Aprile 2024Gestione della miopia nei bambini: i risultati di una lente a profondità di fuoco estesa (EDOF)
di Redazione
Evidenze da diffondere e implicazioni per la pratica
- Tra le lenti morbide utilizzate per il controllo della progressione miopica vi sono le lenti con design progettato per allungare la profondità di fuoco (EDOF).
- Le lenti EDOF utilizzano le aberrazioni di alto ordine per distribuire la miopizzazione su un’ampia area retinica, cercando di lasciarne esente la parte centrale.
- Uno studio effettuato in Spagna ha valutato l’efficacia di una lente a profondità di fuoco estesa (Mylo) nel contenimento dell’allungamento assiale in un gruppo di giovani miopi.
- Lo studio mostra come i portatori di lenti Mylo abbiano un allungamento assiale clinicamente e significativamente più lento rispetto al gruppo di portatori di occhiali.
Le varie lenti a contatto presenti sul mercato si differenziano per le modalità con cui ottengono la miopizzazione di una parte della retina periferica, possibilmente preservando la visione centrale. Guardando solo alle lenti morbide, troviamo le multifocali centro lontano, con superfici asferiche, le dual focus, bifocali ad anelli concentrici con immagini simultanee, le lenti che simulano il profilo corneale del post ortocheratologia, e le lenti che puntano ad ampliare la profondità di fuoco (EDOF).
Ovviamente la salvaguardia della porzione centrale della retina si scontra con l’entità diottrica della miopizzazione, ovvero con l’addizione positiva massima che viene utilizzata nella periferia della lente. Più elevata è l’addizione, maggiore sarà l’interferenza sulla visione centrale. Le lenti EDOF si distinguono perché utilizzano le aberrazioni di alto ordine per distribuire la miopizzazione su un’ampia area retinica, cercando di ridurne l’effetto sulla porzione centrale, proteggendo così l’acuità visiva.
In un recente articolo sull’American Journal of Ophthalmology, un gruppo di lavoro dell’Università Complutense di Madrid guidato da Sergio Díaz-Gómez, ha effettuato uno studio clinico prospettico non randomizzato finalizzato a valutare l’efficacia delle lenti a contatto Mylo, con disegno EDOF, nel rallentare la crescita assiale dell’occhio e ridurre la progressione della miopia. Il confronto è stato fatto con il porto di lenti oftalmiche monofocali con la correzione per lontano.
Efficacia delle lenti a contatto morbide con profondità di fuoco estesa (MYLO) nella gestione della miopia, per due anni, nei bambini caucasici.
Il titolo del lavoro sottolinea giustamente che si tratta di bambini caucasici; infatti, gli studi sul controllo della miopia sono in grandissima maggioranza effettuati con bambini asiatici, e i risultati possono essere diversi, come evidenziato in più lavori e riportato anche in un nostro articolo.
Lo studio ha riguardato 90 bambini (6-13 anni di età) con equivalente sferico (SE) compreso tra -0,75 e -10,00 diottrie; 45 portatori di lac (Mylo, Mark´ennovy), 45 bambini corretti con occhiali. Il controllo della refrazione è stato effettuato a intervalli di 6 mesi, quelli dell’acuità visiva ad alto contrasto (HCVA) e sensibilità al contrasto (CS) a 12 e 24 mesi. La valutazione soggettiva della visione e del comfort, dopo 1 mese di utilizzo delle lenti a contatto, è stata misurata mediante un questionario con una scala da 1 (molto scarso) a 10 (eccellente).
Dopo 2 anni, la variazione media di SE è stata di -0,62D nel gruppo Mylo contro -1,13D nel gruppo occhiali; l’allungamento del bulbo 0,37 mm contro 0,66 mm (vedi fig. 1). Le differenze sono statisticamente significative, con p<0,05. A questo proposito ricordo, per i neofiti dell’argomento, che un p<0,05 indica che le differenze riscontrate non sono dovute al caso. Per capire: se il valore p fosse superiore, ad esempio p=0,06, anche con una differenza maggiore tra i due gruppi, diciamo 0,75D, non potremmo sostenere che tale differenza sia dovuta all’effetto del trattamento.
Gli autori concludono: “In sintesi, in una popolazione caucasica, due anni di utilizzo delle lenti a contatto Mylo a profondità di fuoco estesa hanno portato a un tasso di progressione della miopia clinicamente e significativamente più lento rispetto al gruppo di portatori di occhiali con lenti monofocali per la sola correzione a distanza”. Aggiungono che “in generale l'uso delle lenti è stato sicuro, senza abbandoni o interruzioni durante lo studio”.
Guardando più accuratamente ad alcuni dei numeri presentati nei risultati dello studio (vedi fig. 2) possiamo fare alcune valutazioni interessanti.
Nel gruppo di controllo (occhiali) solo in due occhi (1%) si è avuto un contenimento della miopia entro 0,50D; nel gruppo sperimentale (Mylo) quella percentuale sale al 53%. Per il 20% degli occhi che hanno indossato Mylo la variazione di miopia, o non c’è, o è trascurabile (appena -0,25D). Nel gruppo di controllo nessun occhio rientra in questa categoria: tutti gli occhi hanno visto aumentare la miopia di almeno -0,50D e la maggioranza di essi da -1,00D in su.
La lente Mylo, dunque, si presenta come una valida soluzione da utilizzare per il controllo della progressione miopica, insieme ad altri design presenti sul mercato italiano. Alcune di queste soluzioni sono state recentemente descritte su Contattologia Oggi (vedi qui). Il professionista delle lenti a contatto può scegliere tra di esse in relazione alle caratteristiche della miopia da trattare: età di insorgenza, entità della miopia, velocità di progressione, ma anche delle caratteristiche morfologiche del segmento anteriore dell’occhio, comprese le palpebre. La possibilità di avere, oltre alle lenti monouso, anche lenti fatte su misura, potrà essere di grande aiuto, non soltanto quando la lente a produzione industriale mal si adatta alla forma dell’occhio, ma anche in tutti i casi nei quali sia presente un astigmatismo.
Altre considerazioni riguardano il rendimento visivo delle lenti, la loro accettabilità da parte dei portatori e la loro sicurezza, ma su questi temi torneremo in un prossimo articolo.