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Evidenze da diffondere e implicazioni per la pratica

  • L’occhio secco sarà una condizione sempre più diffusa tra i clienti dei centri ottici: optometristi e ottici saranno perciò obbligati ad occuparsene.
  • Ma la sua valutazione in molti casi non è banale, perché le cause possono essere molteplici e la sintomatologia può non essere supportata da segni evidenti.
  • Per l’indagine clinica dell’occhio secco, che sia o meno legato alle lenti a contatto, non si può fare a meno di utilizzare il verde di lissamina.
  • Sembra però che gli ottici e gli optometristi non siano abituati ad usarlo. Vediamo dunque alcune indicazioni e regole per un suo appropriato utilizzo.

Nell'immagine: Segni di staining a carico della porzione temporale della congiuntiva bubare in soggetto adulto con sintomi di occhio secco.

Evidenze da diffondere e implicazioni per la pratica

  • Quasi la metà (46%) dei portatori di lenti a contatto presbiti viene corretta con lac monofocali più occhiali; perché tanta diffidenza verso le lenti multifocali?
  • Le lenti non forniscono immagini perfette? C’è una carenza di adeguate competenze tecniche? Scarsa conoscenza dei prodotti disponibili e delle procedure più avanzate?
  • O forse la paura che i compromessi percettivi delle lac multifocali portino ad un fallimento dei pazienti nei test di adattamento e a una perdita di fiducia nel professionista?
  • La monovisione offre la possibilità di un salto di qualità nell’adattamento alle lenti, purché non sia fatta “di soppiatto”, ma compresa e praticata. Vediamo perché.

Nell'immagine: Jeff Bridges interpreta Il Grinta nell'omonimo film dei fratelli Cohen, del 2010.

Evidenze da diffondere e implicazioni per la pratica

  • Tra le lenti morbide utilizzate per il controllo della progressione miopica vi sono le lenti con design progettato per allungare la profondità di fuoco (EDOF).
  • Le lenti EDOF utilizzano le aberrazioni di alto ordine per distribuire la miopizzazione su un’ampia area retinica, cercando di lasciarne esente la parte centrale.
  • Uno studio effettuato in Spagna ha valutato l’efficacia di una lente a profondità di fuoco estesa (Mylo) nel contenimento dell’allungamento assiale in un gruppo di giovani miopi.
  • Lo studio mostra come i portatori di lenti Mylo abbiano un allungamento assiale clinicamente e significativamente più lento rispetto al gruppo di portatori di occhiali.

Nell'immagine: Esempio di visualizzazione della propagazione dei raggi attraverso una lente monofocale
e una con fuoco allungato, o esteso (EDOF)
Fonte: Baur ID et al. (2022) https://doi.org/10.3390/diagnostics12112667

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